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Gay & Bisex

Le mie esperienze di sottomissione seconda parte.


di michiRM
03.11.2018    |    1.926    |    7 9.6
"Il mio buchino è ormai bene aperto e Damiano entra con estrema facilità, come se fosse una fica..."
E’ difficile raccontare storie/esperienze forti senza usare parole forti, espressioni colorite che forse molti considerano volgari. Io non dico parolacce, mai, ma nelle mie esperienze di sottomissione ne ho ricevute tante e ho imparato a non considerarle offese, anzi mi piace riceverle, mi eccita perchè mi rendo conto che in quei momenti gli altri mi vedono come sono realmente e giustamente mi trattano di conseguenza. Vi racconto una storia che ha molti elementi reali con qualche aggiunta di fantasia. Sono esperienze datate, circa 15 anni fa, per me molto utili proprio per conoscermi, per esplorare la mia sessualità, la mia bisessualità anche se con una buona dose di incoscienza e follia che crescendo ho un po’ perso. I nomi sono tutti di fantasia.

Il racconto di oggi e’ il continuo della serie di esperienze fatte dopo la mia prima sottomissione come schiavo orale che trovate in un precedente racconto. Erano passati circa 4 mesi dalla mia iniziazione come schiavo orale di Alessandro e le settimane ormai scorrevano tranquille. Il giovedì era il nostro giorno, mi fermavo al solito parcheggio e lì trovavo quasi sempre Alessandro ad aspettarmi. Gli amici generalmente erano sempre gli stessi, 5 o 6 suoi coetanei più o meno che si alternavano e di tanto in tanto si concedevano un po’ di relax usando la mia bocca per godere. Ero sorpreso della costanza di Alessandro che, tranne pochissime eccezioni, non si perdeva una settimana. Notavo che gli altri invece venivano ogni 2 o 3 settimane facendo un po’ a turno. Comunque in questo modo uno o due amici c’erano sempre.
Era arrivata la primavera, le giornate si stavano allungando e il nostro posto di incontri non era molto sicuro di giorno. Purtroppo la sera non potevo rimanere oltre le 19 e cominciavo a pensare che presto la cosa sarebbe finita. Mi dispiaceva perchè era stata una bella esperienza, con un inizio molto intenso e forse traumatico per me ma che poi si era assestata su una routine in cui avevo compreso e accettato il mio ruolo, avevo avuto l’occasione di comprendere a fondo la mia sessualità. Trovavo queste “sessioni” appaganti e nella ripetitività dei gesti mi sentivo sicuro, apprezzato anche nell’ essere usato. Non c’era molto dialogo con gli altri, due parole, pompino, ingoio obbligatorio e saluti anche se ormai erano persone conosciute e non c’era quell’ adrenalina dello sconosciuto. Con Alessandro invece era diverso e sentire il suo entusiasmo per questa sua “creatura”, la sua soddisfazione nei mie confronti era la mia ricompensa a fine “lavoro”. Insomma mi piaceva che fosse lui a decidere da chi farmi usare e come, mi piaceva lasciarmi andare completamente eseguendo i suoi ordini senza mai obiettare.

Un giorno ricevo un messaggio di Alessandro in cui scrive: “ Fammi sapere quando puoi liberarti dalle 12 alle 15, deve essere il prima possibile”. Io rispondo: “ dopodomani va bene?” e lui: “ ottimo, vai alle 12 al bar in via....e chiedi di Giuseppe, uno dei titolari e digli che sei mio amico. Fà tutto quello che ti dice, chiaro?” io senza esitare: “ sì certo”. E lui: “brava! Noi ci sentiamo dopodomani verso le 16....Ciao”.
Quel “fà come ti dice” mi portava a pensare che Giuseppe fosse un altro dei suoi amici che magari non era mai potuto venire al parcheggio per problemi di orario, insomma mi aspettavo di dovergli fare un pompino e la situazione mi eccitava perchè in fondo un po’ avevo anche paura. Cioè sarei andato da solo in questo posto che non conoscevo, chiedendo di una persona che non conoscevo, senza la presenza di Ale, semplicemente seguendo le poche istruzioni che mi aveva lasciato. Era una variante eccitante rispetto a quella che era diventata ormai una routine quindi l’ho accolta con entusiasmo.

Arriva il giorno e come stabilito entro nel bar alle 12 in punto e chiedo di Giuseppe. Mi risponde un uomo sulla sessantina, molto alto e corpulento, brizzolato e con occhi chiari. Gli dico che mi manda Alessandro e lui mi fa: “ ah bene puntualissimo, così mi piaci” poi chiama un signore che stava sistemando dei tavoli e dice: “ Roberto, devo un attimo parlare con l’amico di Alessandro, stai per favore al banco? Torno subito”. E Roberto mi guarda, sorride e dice: "sì certo fate pure, comunque piacere di conoscerti io sono Roberto il socio di Giuseppe”. Questo mi fa capire che entrambi sapevano di me e la sua gentilezza mi faceva pensare che lui sarebbe stato il prossimo. Ricambio il sorriso e faccio: “ piacere mio, Michi”. Roberto aveva corporatura media, magro, circa 1.75 m capelli e occhi neri. Più giovane di Giuseppe, forse sui 50.

Giuseppe allora mi fa: “ vieni, c’e’ uno stanzino qui dietro, siamo un po’ di fretta perchè tra poco arriverà gente per il pranzo, noi lavoriamo molto come tavola calda per rappresentati e gente in pausa lavoro” e mentre continua a parlare della loro attività entriamo nello stanzino, una dispensa piena di scaffali ed un divanetto. Chiude la porta continuando a parlare lamentandosi del lavoro, che va sempre di fretta e nel frattempo comincia a slacciarsi la cinta dei pantaloni e mi fà: “dai mettiti in ginocchio”. Non che mi aspettassi dei convenevoli ma questa richiesta così fuori dal contesto, mentre parlava di altro, mi ha terribilmente eccitato.

Il tempo di mettermi in ginocchio e lui l’ha già tirato fuori dagli slip e me lo sbatte sul viso. Il primo pensiero: "Cavolo...quanto è grosso!, come tutto il suo corpo del resto". Era flaccido ma sono rimasto impressionato da come ha sbattuto sul mio viso, dal peso. Tiro su le mani per afferrarlo ma lui mi prende dietro la testa e lo infila nella la mia bocca comiciando a muoversi lentamente e dicendomi di non usare le mani. Io in ginocchio appoggio le mani alle sue gambe e mi lascio guidare. Lo sento diventare duro in pochi secondi. Mi rendo conto di riuscire a tenerlo in bocca solo per metà o poco più. Lui ansima e dice che sono brava, che ho una bocca favolosa. Continua a tenermi la testa ma io ho bisogno di tirarmi un attimo indietro, riprendere fiato. Capisce e allenta la presa in modo da farmi tirare indietro. Un secondo, un respiro e poi mi riafferra la testa e la spinge sul suo cazzo gigante. E dice: “ Alessandro ci ha parlato molto di te, ci ha detto che sei una succhiacazzi nata e che ti piace la sborra. A succhiare sei divina ma è anche vero che ti piace la sborra?” io..con la bocca piena annuisco:” uh uh”. E lui:” brava troia, io ne faccio tanta e mi manca poco per venire...ma tu non devi assolutamente farne uscire una goccia, non posso sporcarmi i pantaloni da lavoro, inoltre a casa ho mia moglie che mi becca al volo...capito?” io non rispondo...lui mi sta spingendo il cazzo fino in gola sempre più forte e non riesco a pensare ad altro e lui si innervosisce e fa: “capito? Ehi...capito?...non deve uscire niente e non devi sporcarmi....chiaro? chiaro?” Sotto le sue domande insistenti io scuoto la testa annuendo e lui immediatamente si lascia andare tenendo la mia testa sempre ben serrata sul suo cazzo. Sento fiotti caldi uscire con forza, diretti in gola. Ne aveva davvero tanta ma ormai sono diventato bravo a controllare il riflesso di rigetto quando un fiotto arriva diretto in gola e lo lascio svuotarsi come vuole. Lui appena riprende un po’ di lucidità, lo sfila dalla mia bocca, osserva che è tutto pulito e mi fa: “che gran pompino e bellissimo ingoio...brava così dovrai fare sempre con me...io qui lavoro e non posso servire i clienti con i pantaloni sporchi di sborra”. Da quella frase ho capito che sarebbe stato il primo di una serie di pompini ma non ho fatto domande ho detto solo: “ come vuoi, come piace a te, Alessandro mi ha detto di soddisfare le tue voglie”. E lui con un gran sorriso: “ mamma mia che gran troia, Alessandro ha proprio vinto alla lotteria con te e l'abbimao vinta anche noi finchè lui vorrà condividerti!”. Poi aggiunge: “senti però, siccome le decisioni qui le prendiamo in due devo sentire il parere del mio socio, aspetta qui un secondo”.

Apre la porta e se ne va e io rimango lì e penso: “ decisioni?” mah...forse lui pensa che Ale mi abbia spiegato qualcosa. Un minuto dopo arriva Roberto, il socio timido! Mi trova seduto sul divanetto ma rimane in piedi. E’ impacciato e mi fa: “ ciao, come è andata con Giuseppe? ”. Ed io sorridendo: “direi bene, a te come è sembrato? Mi ha detto che voleva consultarsi con te ma non so di cosa”. E lui con voce tremante: “ ma come, Alessandro non ti ha detto niente? E Giuseppe nemmeno?”. Io vedendolo agitato comincio a preoccuparmi: “ no, Ale mi ha detto di venire qui, chiedere di Giuseppe e fare quello che mi avrebbe detto, io non ho chiesto altro” e aggiungo: “ tu sai cosa ho fatto a Giuseppe poco fa giusto?”. E lui: “ sì sì certo...” A quel punto si apre la porta, entra Giuseppe e fa a Roberto:” Ma ancora così stai? Lo sapevo che dovevo venire prima! Non devi mica corteggiarla, Michi sta qui per succhiare cazzi e ingoiare sborra, ti va di provare o no?”. E Roberto mi guarda come a volersi scusare dei modi di Giuseppe ma vede che io non sono offeso o turbato,anzi sorrido, so benissimo che quello che ha detto Giuseppe è vero. Timidamente Roberto dice: “sì certo”. Allora Giuseppe mi strattona prendendomi per il braccio facendomi alzare dal divano e fa:“dai forza Michi allora mettini in ginocchio davanti a lui e tiragli fuori il cazzo che se aspettiamo a lui facciamo notte.” Obbedisco senza parlare, mi inginocchio e comincio a slacciargli i pantaloni. Giuseppe vede che le cose stanno partendo e se ne va. Infilo la mano nelle mutande di Roberto e lo tiro fuori, ancora flaccido, normale...molto pulito e profumato di sapone. Alzo un attimo lo sguardo verso di lui e sorrido, per rassicurarlo, con un filo di voce gli dico:” rilassati e pensa solo al tuo piacere”. Lentamente gioco con la lingua, ogni tanto avvolgo la punta tra le mie labbra e succhio delicatamente, lo sento crescere piano piano...sento che gli sta piacendo. Roberto non dice una parola finchè ad un certo punto all’ improvviso fa:”ecco, vengo vengo..” e si tira indietro come a voler uscire, forse per abitudine, forse fa così con la moglie. Io lo afferro per le gambe e lui si ferma, capisce che non deve tirarlo fuori e si abbandona all’ondata dell’orgasmo. Sento le gambe che gli tremano per l’intensità del piacere, e sento ancora il suo piacere riempirmi la mia bocca. Continuo delicatamente a leccarlo e baciarlo, con dolcezza, dopo che è passato l'orgasmo. Roberto mi sembrava molto diverso dagli altri, timido e rispettoso e ero certo che avrebbe gradito un po’ di “coccole”. Lui era quasi incredulo, ma si vedeva che gli era piaciuto molto, mi ringraziava di continuo e diceva: “bellissimo, bellissimo”, poi se ne va dicendomi di aspettare Giuseppe lì.

Aspetto con calma, pensando di aver fatto il mio dovere e di ricevere presto spiegazioni. Arriva Giuseppe e fa:” sei stata brava con Roberto, sei riuscita a farlo sbloccare, avevo paura che non ce l’avrebbe fatta e invece è stato felicissimo. Sei proprio brava, troia con i porci come me e dolce con i timidi”. Io sorrido e lui continua:” senti, Alessandro ha detto a due amici di venire qui visto che c’eri tu, sono due che già conosci, sai che devi fare vero?”. E io: “sì certo, sono qui, aspetto”.

Giuseppe se ne va e dopo un po’ arriva Mario, uno degli amici del “parcheggio” in divisa da lavoro, non sapevo fosse un carabiniere. Lo saluto:” Ciao, che bello che sei in divisa” e lui senza salutare:”inginocchiati!”. Obbedisco, sono tranquillo, sto facendo quello che so fare e quello che tutti si aspettano che io faccia quindi non devo preoccuparmi di niente. Slaccio i pantaloni, tiro giù la zip, infilo la mano negli slip e lo tiro fuori. Lui è già duro come il marmo. Comincio a succhiare lentamente e lui intanto mi parla:” hai visto che bella idea che ha avuto Alessandro? Qui staremo molto più tranquilli e non ci dobbiamo preoccupare del buio. Vedrai che così avrai molti più cazzi troia, tutti quelli che meriti”. Si apre la porta e entra Damiano, anche lui conosciuto al parcheggio e anche lui in divisa, evidentemente erano colleghi. Mi giro per salutarlo ma Mario mi prende la testa e la rimette sul suo cazzo:” non ti fermare, succhia!”. Damiano si avvicina, tira fuori il cazzo e mi dice di prenderlo in mano. Obbedisco mentre continuo a succhiare Mario. Poi si avvicina un altro po’, prende il cellulare e dice a Mario:” mandiamo una foto a Ale di questa troia con due cazzi”. Mi dicono di tirare fuori la lingua e appoggiano le punte dei loro cazzi sulla lingua. Fanno la foto e la mandano a Ale via whatsapp scrivendo: “ che ne facciamo di questa troia?”. La risposta di Ale arriva dopo pochi secondi:”scopatela come una vacca!”.

Mi fanno leggere il messaggio per farmi capire che era un ordine e non dovevo oppormi. Ero un po’ sorpreso perchè pensavo che Ale volesse l’esclusiva del mio culo...da un lato però tutta la situazione mi aveva eccitato molto e avevo voglia di essere scopato. Mi dicono di abbassare i pantaloni e di mettermi a quattro zampe sul divanetto. Da un lato Damiano in piedi mi prende la testa e si fa succhiare, intanto vedo Mario prendere un profilattico e indossarlo. Poi si piazza dietro di me, sputa sulla mano e usa la saliva per bagnarmi il buchino. Appoggia la cappella sul buco e entra lentamente ma senza esitare...fino in fondo. Lo sento farsi strada dentro di me aprendomi le viscere, emetto un gemito e poi rimango un attimo senza fiato. Lui fa: “zitta vacca, hai un culo di burro ora te lo sbatto per bene”. Io rimango col cazzo di Damiano in bocca e intanto Mario comincia a sbattermi sempre più forte tenendomi stretto per i fianchi. Dice a Damiano di resistere, di non venire e di aspettare perchè deve assolutamente provare il mio culo. Continua sempre più forte finchè sente che sta per venire, lo tira fuori, sfila il profilattico e viene avanti, mi prende la testa , lo infila nella mia bocca e esplode dicendo:”ahhh... brava, prendilo tutto troia che sei, bevi è tutto per te”.

Intanto Damiano che si era spostato per far posto a Mario si era messo il profilattico e si è posizionato anche lui dietro di me. Il mio buchino è ormai bene aperto e Damiano entra con estrema facilità, come se fosse una fica. Mi sbatte anche lui velocemente come se stesse montando una vacca. Anche lui prima di venire sfila il profilattico e vorrebbe esplodere in bocca ma non fa in tempo, , il primo fiotto mi colpisce sul viso ma riesco poi a ricevere in bocca il resto. Mi sento ulteriormente abusata ma è un’altra conferma del fatto che è quello il mio ruolo , è quello il mio posto. Se ne vanno, io mi rivesto e dopo un po’ torna Giuseppe dicendo che sono quasi le 15 e me ne devo andare ( non dice perchè) . Saluto e vado via.

Più tardi mi chiama Alessandro per i complimenti di rito, la mia ricompensa. Mi dice che sono stati tutti contenti di me, mi dice che Giuseppe e Roberto erano d’accordo per ospitarmi tutte le settimane dalle 12 alle 15 e che finalmente avevamo un posto dove poter stare tranquilli e che ora tutti i suoi amici avrebbero potuto scegliere se usare solo la mia bocca o scoparmi. Chiude dicendo: ” giovedì prossimo metti calze autoreggenti e mutandinecosì sarà più bello sfondare quel bel culo”. Rispondo:” con molto piacere” e lui: “ Ciao”.
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